Una per mille
Cristina Bove
Cristina Bove
Edizioni Smasher
Narrativa
Narrativa
ISBN 978-88-6300-098-6
1a edizione ottobre 2013
1a edizione ottobre 2013
Leggere questo libro di Cristina Bove fa capire come l’autrice non possa mai lasciare la sua anima di poetessa raffinata che sa di endecasillabi e di parole scelte con cura.
Nel libro ruotano vari stati d’animo e dialoghi interni tra l’autrice e un suo alter ego dall’anima in opposizione.
Si intuisce la difficoltà di questa scrittura, che rivela molte cose che Cristina ha tenuto dentro se stessa per tanti anni e che premevano per uscire e rivelarsi al mondo. Il racconto si snoda attraverso tutta la sua vita, in un percorso assimilabile a una mostra d’arte, in cui i vari capitoli si dipingono sotto i nostri occhi come quadri dai colori ora vividi, ora pastello, infuocati con rossi accesi e blu che si mischiano nel racconto dei viaggi, delle case abitate, delle visite ricevute, e anche delle delusioni, delle tristezze accumulate, in una melanconia di fondo che permea tutto il racconto. I colori sono simili ad acquerelli in cui l’acqua si stempera ma non diluisce la forza.
Il linguaggio di Cristina Bove in questo libro è all’apparenza semplice, di fluida lettura, pur mantenendo la scelta di alcuni termini colti e una scansione dei tempi perfetta, da chi è abituata a scegliere con cura le sillabe con cui ricamare i propri pensieri. Nel raccontarci la sua vita – perché di questo si tratta: di una vita che ha visto tante cose e che ha formato tante persone – l’autrice si mostra senza veli al lettore, attraversando decenni di ansie e angosce che l’hanno spesso fiaccata nel corpo ma mai nello spirito.
È in quel titolo variamente interpretabile che vedo la molteplicità dell’anima di una donna e un’artista che ha saputo cogliere gli insegnamenti della vita, trasformandoli in Arte. Una donna che non si tira indietro quando deve parlare, che non teme di mostrarsi e che si indigna con passione, la stessa passione che la spinge alla scrittura, alla pittura, alle fotografie in cui ritaglia spicchi di realtà, proprio come ha saputo fare in questo libro collage della sua anima.
“Se non avessi avuto il senso di provvisorietà del mio vivere, non avrei mai avuto il coraggio di espormi come ho fatto. È quando si sta per attraversare un confine, “quel” confine, che si può decidere di proseguire al buio, con il solo bagaglio della propria mente, alla giornata. [...] Vivo, immemore di avere un corpo a orologeria. Sono temeraria, affronto passioni ancora come un’adolescente, ma non proietto nulla oltre il mio giorno.”
“Dalla finestra di cucina osserva il tempo farsi nuovamente aprile. l’orto è vestito verde a fiori bianchi.
Mentre si diffonde l’aroma del caffè, toglie le poche briciole dal tavolo.
Bevendo il caffellatte sul balcone, elimina le foglie secche dei gerani. La parete della casa contigua invia riflessi gialli sulla guazza del selciato.
Sarà per cogliere siffatte piccole cose che si vive ancora?”
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