lunedì 15 dicembre 2008

recensione di Morena Fanti


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Il respiro della luna Cristina Bove
Ass. Culturale Il Foglio, 2008
pp. 110, euro 12.00
Parte lentamente, con delicatezza di danza, questa nuova raccolta di Cristina Bove: “Accenno un giro lento / un cadenzato assorto paso doble / avvitamento / sul perno di me stessa …”, ma fin dall’inizio si percepisce nelle parole la sete di sapere, il desiderio di comprendere e approfondire i grandi temi della vita e i sentimenti che ci accompagnano nella scoperta e nel vissuto quotidiano.
C’è attenzione per le piccole cose, il senso e la misura in versi che scorrono come “quei giorni uggiosi / che la tenda del crepuscolo / appanna ancor più di tristezza”; oppure fluidi come l’acqua di un fiume a primavera, una stagione che ricorre spesso in questa silloge, come un segno preciso di speranza e di rinascita: i dolori, le rughe del terreno, le crepe in cui inciampare sono necessari accidenti di percorso per Cristina, sempre dentro ai sentimenti e mai estranea al mondo circostante. Nei suoi versi si percepisce una forte presenza della natura: fiori, alberi, prati, fino al cielo e al suo azzurro scandito da nubi: “Ancora però vince l’azzurro / alto di cirri in movimento / ancora nel profumo dei giacinti / si percorrono / sentieri a primavera…”.
Qui il tempo avvolge e sovrasta, nel suo scorrere senza interruzioni, e ci trascina con la potenza dei sentimenti che, al pari della luna, agitano e trasformano, diventano poesia. La solitudine, una delle ossessioni che accompagnano la nostra quotidianità, è rappresentata dall’autrice nel modo dolente che, fin da bambina, le segnerà la vita: “e si cresceva sole e sconsolate / si mettevano in fila anche i pensieri / lungo quei corridoi privi di luce / a cuore muto e senza trovar pace / si finiva di vivere ogni sera / tra quattro avemaria cinque rosari / mentre serviva solo un po’ d’amore / magari solo un pizzico di luce”, per passare poi a quella adulta sublimazione delle emozioni a lungo incatenate e vissute nel profondo, alle quali dare valore e misura: “non la temo / questa mia solitudine / essenziale / so che dentro di me posso trovare / conforto alla condanna all’abitudine” fino all’assunto finale: “ Nessuno è solo / eppure ognuno è solo”.
La scrittura in queste poesie è limpida e spontanea, senza retorica o parole preconfezionate, anche quando parla di asprezze e difficoltà: è come una salita in montagna, che taglia le gambe ma che si affronta con la gioia di sapere che ci attende la cima. Serenità e bellezza passano anche attraverso la malinconia, e se non tutto nella vita può sistemarsi come si vorrebbe che fosse, possiamo però cercare di aprire la porta della possibilità: “Al mercato dei sogni / in vetrina / ho scelto il più caro / ed era il più bello e il più vero”. Così la poesia accompagna Cristina Bove, le cammina a fianco, rischiarandole la buia strada, quella che talvolta siamo costretti a percorrere anche “quando è necessità / forzare l’allegria”.
Uscita un anno dopo la precedente raccolta, Fiori e fulmini (Il Foglio, 2007), questa silloge conferma una capacità linguistica ed emozionale verso la vita che attrae e appassiona.

Morena Fanti

Cristina Bove è nata a Napoli il 16 settembre 1942 e dal ’63 vive nei pressi di Roma. Ha sempre dipinto, scolpito, letto molto e qualche volta scritto. Presente in diversi siti Internet con le sue poesie, ha pubblicato nel 2007 la silloge Fiori e fulmini (Edizioni Il Foglio).

domenica 22 giugno 2008

Laura Costantini e Loredana Falcone (bove-comastri)

Bove vs Comastri

CRISTINA BOVE
Sono nata a Napoli il 16- 9- 42 ma vivo a Roma da moltissimi anni, dipingo, scolpisco, scrivo poesie e, soprattutto, leggo tanto.
Amo la musica, soprattutto quella classica.
M'interesso di filosofia ed arte. Condivido le idee di tutti coloro che si battono per la giustizia e per un mondo migliore.
Un'inguaribile sognatrice affondata nella realtà. Scrivo poesie per non dimenticarmi di esistere.
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MILVIA COMASTRI

Quando da piccola mi chiedevano cosa volessi fare da grande rispondevo con molta sicurezza: la scrittrice. Ora mi considero una scrivana. Una donna di 61 anni che scrivendo sta bene con se stessa. Che inventando storie si diverte. Poi, se queste storie vengono lette da altri, tanto meglio.
Nel 2005 ho pubblicato una raccolta di racconti “Donne, ricette, ritorni e abbandoni”. Che alla Feltrinelli, grazie alla somma intelligenza del loro cervellone elettronico, si trova nella sezione “gastronomia”. E invece è narrativa, storie di donne, con qualche ricetta incorporata.
Tutto qui. E’ sufficiente, vero?
Chi è Milvia? Chi è Cristina?
C: Una di quelle rare persone che quando le incontri ti fanno ancora credere e sperare che sia possibile un mondo migliore.
Per me un'amica insperata, che grazie ad un altro amico insperato, ora fa parte della mia vita.
M: Cristina è una poetessa e una donna eccezionali. Una delle poche persone che conosco dotata di cuore... intelligente.
Scambiatevi un problema.
Certamente le bastano i suoi, non le darei un mio problema. Oh no, non mi piace caricare gli altri di un mio problema... sono talmente pesanti.
Avresti venduto l'anima al diavolo per...
Non credo al diavolo. Trovare il coraggio di andare in India, più di 30 anni fa, quando un amico mi chiese di partire con lui.
La frase più cattiva che hai ricevuto da un uomo.
Non sei all'altezza (in effetti arrivo appena a 150 centimetri). Più che cattiva, miseramente banale, la solita insomma: io non ti merito.
La frase più cattiva che hai detto ad un uomo.
Non sei all'altezza (era alto quasi due metri). Non credo ci sarà una prossima volta...
La poesia che vorresti aver scritto.
Quella che ancora non ho scritto. Chi muore (Ode alla vita) di Pablo Neruda: dice tutto quello che c'è dentro di me.
Giacomo Casanova o il marchese De Sade?
Un impermeabile vuoto. Non è possibile una terza scelta? Sono pure morti... qualcuno tipo Clooney, per esempio, non è disponibile?
Assegnati una parte in un film di E. Scola.
Non so rispondere. Antonietta, il personaggio femminile di Una giornata particolare. Perché è uno dei miei film preferiti. E perché c'è Marcello, naturalmente.
L'ultima volta che hai mentito dicendo: mi dispiace.
Sono troppe per poterle numerare. Mi dispiace, ho detto, ma al battesimo di tua nipote non posso venire perché devo andare al funerale di mio zio. Odio le cerimonie. E non ho mai avuto zii. (Spero che quella persona non mi legga...)
Una sbronza colossale e l'avventura di una notte?
La prima per dimenticare la seconda, nel paleolitico superiore. La prima che avete detto... per trovare il coraggio di buttarmi poi nella seconda.
Chi è AUNG SAN SUNG KHY?
Una scrittrice dissidente perseguitata nella ex Birmania, premio Nobel per la pace 1991, incarcerata nuovamente dal regime militare nell'attuale Myanmar. Una speranza imbavagliata da un regime osceno.
Eleggi una donna Presidente del Consiglio.
Milvia Comastri. Maria Rossi. Chi è? In verità non la conosco, ma farebbe certamente meglio di un qualsiasi politico. (Lo so, lo so, un po' qualunquista questa mia risposta...)
Hai preso un uomo per la gola con...
La cravatta. Una profumatissima zuppa egiziana. Servita a uno che odiava le zuppe, ma io non lo sapevo. Eppure... ma qui sono costretta ad autocensurarmi.
Acqua cheta o gatta morta?
Lontra in via di guarigione. Gatta e basta... non basta?
Capelli su o capelli giù?
Secondo l'umore, se mi vedo troppo Maga Magò, li tiro su... Se troppo vecchia signora, li tiro giù. Giù, giù: ci si nasconde meglio...
Fa' un complimento ad un uomo.
Troppo tardi, non mi si filerebbe proprio. Nessuno mi fa ridere come te (un po' ambiguo, in verità, come complimento...)
Al parco giochi con nipote o a teatro con figlio/a?
A un concento con entrambi. Nipoti non ne ho, amo il teatro, ho un figlio... ora gli telefono e lo invito.
Togliti un sassolino dalla scarpa.
Al chirurgo che mi ha impiantato il pace maker senza anestesia generale, perché secondo lui sarebbe bastata quella locale, e che alle mie grida non si fermava, e che a me, che ho partorito 4 figli, si è permesso di dire che non sapevo sopportare il dolore... che possa provarlo anche lui, così, tanto per capire. Quanti caratteri ho ha disposizione? Più che un sassolino mi ci trovo una valanga, nella scarpa...
La tua canzone...
What a wonderful world di Louis Armstrong. Non ho una mia canzone, ma tante, legate a momenti di vita. Un titolo solo? Non so, mi viene in mente Luci a San Siro di Vecchioni. Ma ce ne sono altre...
Salutaci...
Con un abbraccio e ringraziandovi per avermi proposto questa simpatica intervista. E dedicandovi la bella poesia di Milvia I regali preziosi. Mi piacerebbe tanto stringervi la mano, ma dopo questa intervista ho il palmo un po' sudato... comunque grazie di cuore, Iene dalle morbide zampette...