-->
Il respiro della luna
Cristina Bove
Ass. Culturale Il Foglio, 2008
pp. 110, euro 12.00
Ass. Culturale Il Foglio, 2008
pp. 110, euro 12.00
Parte lentamente, con delicatezza di danza, questa nuova raccolta di Cristina Bove: “Accenno un giro lento / un cadenzato assorto paso doble / avvitamento / sul perno di me stessa …”, ma fin dall’inizio si percepisce nelle parole la sete di sapere, il desiderio di comprendere e approfondire i grandi temi della vita e i sentimenti che ci accompagnano nella scoperta e nel vissuto quotidiano.
C’è attenzione per le piccole cose, il senso e la misura in versi che scorrono come “quei giorni uggiosi / che la tenda del crepuscolo / appanna ancor più di tristezza”; oppure fluidi come l’acqua di un fiume a primavera, una stagione che ricorre spesso in questa silloge, come un segno preciso di speranza e di rinascita: i dolori, le rughe del terreno, le crepe in cui inciampare sono necessari accidenti di percorso per Cristina, sempre dentro ai sentimenti e mai estranea al mondo circostante. Nei suoi versi si percepisce una forte presenza della natura: fiori, alberi, prati, fino al cielo e al suo azzurro scandito da nubi: “Ancora però vince l’azzurro / alto di cirri in movimento / ancora nel profumo dei giacinti / si percorrono / sentieri a primavera…”.
Qui il tempo avvolge e sovrasta, nel suo scorrere senza interruzioni, e ci trascina con la potenza dei sentimenti che, al pari della luna, agitano e trasformano, diventano poesia. La solitudine, una delle ossessioni che accompagnano la nostra quotidianità, è rappresentata dall’autrice nel modo dolente che, fin da bambina, le segnerà la vita: “e si cresceva sole e sconsolate / si mettevano in fila anche i pensieri / lungo quei corridoi privi di luce / a cuore muto e senza trovar pace / si finiva di vivere ogni sera / tra quattro avemaria cinque rosari / mentre serviva solo un po’ d’amore / magari solo un pizzico di luce”, per passare poi a quella adulta sublimazione delle emozioni a lungo incatenate e vissute nel profondo, alle quali dare valore e misura: “non la temo / questa mia solitudine / essenziale / so che dentro di me posso trovare / conforto alla condanna all’abitudine” fino all’assunto finale: “ Nessuno è solo / eppure ognuno è solo”.
La scrittura in queste poesie è limpida e spontanea, senza retorica o parole preconfezionate, anche quando parla di asprezze e difficoltà: è come una salita in montagna, che taglia le gambe ma che si affronta con la gioia di sapere che ci attende la cima. Serenità e bellezza passano anche attraverso la malinconia, e se non tutto nella vita può sistemarsi come si vorrebbe che fosse, possiamo però cercare di aprire la porta della possibilità: “Al mercato dei sogni / in vetrina / ho scelto il più caro / ed era il più bello e il più vero”. Così la poesia accompagna Cristina Bove, le cammina a fianco, rischiarandole la buia strada, quella che talvolta siamo costretti a percorrere anche “quando è necessità / forzare l’allegria”.
Uscita un anno dopo la precedente raccolta, Fiori e fulmini (Il Foglio, 2007), questa silloge conferma una capacità linguistica ed emozionale verso la vita che attrae e appassiona.
Morena Fanti
Cristina Bove è nata a Napoli il 16 settembre 1942 e dal ’63 vive nei pressi di Roma. Ha sempre dipinto, scolpito, letto molto e qualche volta scritto. Presente in diversi siti Internet con le sue poesie, ha pubblicato nel 2007 la silloge Fiori e fulmini (Edizioni Il Foglio).
Nessun commento:
Posta un commento