lunedì 23 dicembre 2013

Domenica Luise


legge

Una per mille, di Cristina Bove

Sono i pensieri di una madre poetessa. Questo balzare dal passato al presente e viceversa rende tutto vivo e unifica l’avventura in un “oggi” dove l’età e il tempo storico sono semplici effetti collaterali dell’esistenza. Così giovinezza, maturità e vecchiezza sono un solo io-noi che fummo, siamo e saremo fra gli altri come noi a spasso nel mistero.

E il mistero è simultaneamente interiore ed esteriore.

Il passato diventa presente e contiene già il futuro dentro di sé: è il miracolo della poesia dal particolare umano all’universale e viceversa in un solo punto come l’universo prima del big bang che ha diversificato quel punto iniziale senza cancellarlo mai. I dilemmi propri ed altrui, le radici della vita e del pensiero, la prosa poetica, è ovvio senza le acutezze ermetiche e le relative concentrazioni a sprazzi, la delicatezza e la forza di una donna immersa nel quotidiano: dentro questo romanzo c’è Cristina, goccia del mare e di tempo.

Nulla di costruito: tutto vero. Non ciò che sembra, ma ciò che è. Fenomeno raro della scrittura odierna e, per me, punto di arrivo. Come insegnante di lettere, consiglio di studiarlo nelle università, a lettere moderne.


Domenica Luise

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